E così Lavezzi se ne va. O almeno così sembra, perchè il suo addio al Napoli e il suo trasferimento al Paris Saint Germain non sono ancora ufficiali. Questione di giorni, comunque. E i tifosi napoletani oggi fanno gli snob, dicono "non è una gran perdita", ma sotto sotto lo sanno che la loro passione per il Pocho è stata quella che più si è avvicinata a quella per Diego. Così stanno tutti attaccati alle radio locali, ai siti web, ai tg sportivi in loop in attesa della notizia che toglierà ogni dubbio. Per aiutarli, ecco cinque piccoli indizi per capire che Lavezzi sta davvero per andare al Psg, dal quinto al primo in omaggio a Letterman che ne fa dieci perchè è Letterman, mica me.
I cinque indizi del fatto che Lavezzi sta per firmare con il Paris Saint Germain sono:
5) Dal cassonetto vicino casa sua si intravedono i dvd dei film di Natale di De Laurentiis
4) Condisce l'asado con la maionese
3) Improvvisamente twitta in francese
2) Si fa tatuare la faccia di Platini accanto a quella di Maradona
1) La sua fidanzata viene rapinata sugli Champs Elysee'
Tuesday, June 05, 2012
Saturday, February 11, 2012
Nazisti dallo spazio!
Credevate che con Cowboys and Aliens avessimo raschiato il fondo della fantascienza? Vi sbagliavate, quello là era solo l'inizio di un mix storico-fantascientifico che chissà dove ci porterà. In arrivo c'è infatti Iron Sky, che stasera passa in anteprima alla Berlinale ed esce da noi chissà se e chissà quando.
Iron Sky è dei due sceneggiatori finlandesi Johanna Sinisalo e Jarno Puskala, che meritano tutta la nostra stima per aver trovato chi dava loro i soldi. Immaginate la scena. I due vanno da un produttore finlandese e gli dicono:
- Vorremmo fare un film di fantascienza
- Guardate che siamo in Finlandia, mica a Hollywood
- Ma abbiamo una storia originale, bellissima
- E sentiamo
- Dunque, la II Guerra Mondiale è quasi finita, la Germania nazista è vicina alla sconfitta, ma Hitler ha un piano segreto. Ha costruito una base sulla luna e ci mandà lì un manipolo di giovani ariani per perpetuare la razza e preparare la vendetta.
- ...
- Il film è ambientato nel 2018, quando i nazisti con le loro astronavi partono dalla luna e attaccano la Terra.
Ora c'avete presente la botola di Zio Paperone? Quella che l'avaraccio premeva un pulsante sotto la scrivania e il questuante fastidioso di turno veniva sparato fuori dal deposito? E invece il produttore sorride, approva, fima l'assegno e la follia diventa raltà. Ma non due lire come accaduto per i nostri Fascisti su Marte, soldi per effetti speciali, cast famoso (per la Finlandia) e compuer grafica!
Ovviamente è da non perdere, magari faranno il sequel in cui Elvis non è morto ma si è rifugiato su Marte e guida l'invasione della Terra insieme a John Lennon e Jim Morrison...
Iron Sky è dei due sceneggiatori finlandesi Johanna Sinisalo e Jarno Puskala, che meritano tutta la nostra stima per aver trovato chi dava loro i soldi. Immaginate la scena. I due vanno da un produttore finlandese e gli dicono:
- Vorremmo fare un film di fantascienza
- Guardate che siamo in Finlandia, mica a Hollywood
- Ma abbiamo una storia originale, bellissima
- E sentiamo
- Dunque, la II Guerra Mondiale è quasi finita, la Germania nazista è vicina alla sconfitta, ma Hitler ha un piano segreto. Ha costruito una base sulla luna e ci mandà lì un manipolo di giovani ariani per perpetuare la razza e preparare la vendetta.
- ...
- Il film è ambientato nel 2018, quando i nazisti con le loro astronavi partono dalla luna e attaccano la Terra.
Ora c'avete presente la botola di Zio Paperone? Quella che l'avaraccio premeva un pulsante sotto la scrivania e il questuante fastidioso di turno veniva sparato fuori dal deposito? E invece il produttore sorride, approva, fima l'assegno e la follia diventa raltà. Ma non due lire come accaduto per i nostri Fascisti su Marte, soldi per effetti speciali, cast famoso (per la Finlandia) e compuer grafica!
Ovviamente è da non perdere, magari faranno il sequel in cui Elvis non è morto ma si è rifugiato su Marte e guida l'invasione della Terra insieme a John Lennon e Jim Morrison...
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Tuesday, January 10, 2012
E pure Vecchioni lascia il Forum
Ve lo ricordate il Forum delle Culture? Sapevo che c'avrebbe dato belle soddisfazioni e per questo vi avevo fatto entrare nel mondo fatato di questo evento che ha del misterioso ma è fonte di inesauribili, sterili, e proprio per questo gustosissime, polemiche.
L'avevamo lasciato in mano a Roberto Vecchioni che era venuto qui bel bello a dirigere la baracca. Peccato che a poche settimane dalla sua nomina sia emersa la cifra del compenso del cantautore milanese di avi napoletani: 220.000 euro l'anno. Un po' troppi, magari, in tempi di crisi e così via con le polemiche, le risse verbali, le difese d'ufficio e gli ttacchi strumentali, la solita quadriglia del Forum, insomma. Tant'è dopo qualche settimana Vecchioni se ne esce dicendo che lui per amore di Napoli il Forum lo fa pure gratis. Un santo, un eroe, un benefattore.
Passano i giorni, del Forum si smette di parlare poi, il vincitore sanremese prende carta e penna e scrive una lettera al sindaco De Magistris che lo era andato a cercare e lo aveva difeso nella polemica dei soldi, pur riconoscendo che la cifra era un po' esagerata, scrivendogli, in sostanza, che lui pensava si trattasse solo di cultura e che invece ci sono pure pratiche, burocrazia, scartoffie e politica. E che non se la sente di andare avanti. Gratis, poi. E se avesse preso 220.000 euro l'anno? Se le sarebbe lette un po' di carte? Il Forum è così, fa cultura e, quindi, ti stimola pure un po' di interrogativi.
L'avevamo lasciato in mano a Roberto Vecchioni che era venuto qui bel bello a dirigere la baracca. Peccato che a poche settimane dalla sua nomina sia emersa la cifra del compenso del cantautore milanese di avi napoletani: 220.000 euro l'anno. Un po' troppi, magari, in tempi di crisi e così via con le polemiche, le risse verbali, le difese d'ufficio e gli ttacchi strumentali, la solita quadriglia del Forum, insomma. Tant'è dopo qualche settimana Vecchioni se ne esce dicendo che lui per amore di Napoli il Forum lo fa pure gratis. Un santo, un eroe, un benefattore.
Passano i giorni, del Forum si smette di parlare poi, il vincitore sanremese prende carta e penna e scrive una lettera al sindaco De Magistris che lo era andato a cercare e lo aveva difeso nella polemica dei soldi, pur riconoscendo che la cifra era un po' esagerata, scrivendogli, in sostanza, che lui pensava si trattasse solo di cultura e che invece ci sono pure pratiche, burocrazia, scartoffie e politica. E che non se la sente di andare avanti. Gratis, poi. E se avesse preso 220.000 euro l'anno? Se le sarebbe lette un po' di carte? Il Forum è così, fa cultura e, quindi, ti stimola pure un po' di interrogativi.
Tuesday, November 29, 2011
Ma la ramazza giocattolo no!
Un sabato come tanti, in un supermercato come tanti. La fila, la noia, il caldo innaturale di novembre unito all'aria da acquario asciutto dei centri commerciali. L'occhio vaga verso la cassiera sfatta, la postura è impegnata a schermare una donna occhialuta e volgare che cerca con finta noncuranza di passarti avanti in coda, mentre il figlio obeso succhia un lecca lecca e tiene in braccio un'ingobrante ciccio bello in scatola. Che stranamente non gli somiglia.
Poi la folgorazione: nel carrello davanti a me c'è una scatola azzurra con dentro un kit per le pulizie-giocattolo. Di marca. Vileda, quelli intelligenti che hanno fatto il mocio, che non ti devi bagnare le mani per strizzarlo. E ancora più furbi perchè hanno fatto il secchio, la scopa, lo scopettone. Tutto giocattolo.
Guardo i padroni del carrello, hanno una bambina che vogliono tirare su facendola giocare a fare la serva. Niente di male contro chi fa la cameriera, lavoro pieno di merito, a Napoli si dice che "a' fatic' nun e' mai scuorno", cioè chi lavora non deve mai vergognarsi, la vergogna è oziare o rubare ed è giusto così. Ma è innegabile che qualsiasi cameriera avrebbe preferito nella vita fare l'astronoma o la redattrice di moda, la scrittrice di gialli o anche l'impiegata alla posta. Fa la cameriera per necessità e perchè non ha avuto la possibilità di fare un'altra cosa. Ma almeno ha potuto sognarlo da piccola, è quello che i genitori dovrebbero voler fare in maniera naturale, permettere ai loro figli di sognare. E invece no, questi vogliono che giochi a ramazzare. scusate, ma non c'arrivo.
Poi la folgorazione: nel carrello davanti a me c'è una scatola azzurra con dentro un kit per le pulizie-giocattolo. Di marca. Vileda, quelli intelligenti che hanno fatto il mocio, che non ti devi bagnare le mani per strizzarlo. E ancora più furbi perchè hanno fatto il secchio, la scopa, lo scopettone. Tutto giocattolo.
Guardo i padroni del carrello, hanno una bambina che vogliono tirare su facendola giocare a fare la serva. Niente di male contro chi fa la cameriera, lavoro pieno di merito, a Napoli si dice che "a' fatic' nun e' mai scuorno", cioè chi lavora non deve mai vergognarsi, la vergogna è oziare o rubare ed è giusto così. Ma è innegabile che qualsiasi cameriera avrebbe preferito nella vita fare l'astronoma o la redattrice di moda, la scrittrice di gialli o anche l'impiegata alla posta. Fa la cameriera per necessità e perchè non ha avuto la possibilità di fare un'altra cosa. Ma almeno ha potuto sognarlo da piccola, è quello che i genitori dovrebbero voler fare in maniera naturale, permettere ai loro figli di sognare. E invece no, questi vogliono che giochi a ramazzare. scusate, ma non c'arrivo.
Friday, November 18, 2011
Il cimitero degli elenchi
Una volta nelle case delle nonne avevano un posto speciale, riservato a loro, sempre lo stesso che così sapevi sempre, subito, dov'erano. Erano l'elenco del telefono e le pagine gialle: voluminosi, con le pagine di quella carta che sembra gia' vecchia anche se le sfogli per la prima volta. Ogni anno gli elenchi venivano gelosamente custoditi, consultati a più riprese, erano la fonte primaria di contatto con tutto il mondo esterno, cioé la tua città. L'elenco, poi, era una sorta di piccolo facebook in cui potevi cercare qualcuno, e lo trovavi, perchè c'erano proprio tutti, catalogati per ordine alfabetico e raggiungibili solo se erano a casa, accanto all'unificato bigrigio, uguale per tutti.
Ogni anno, ad una certa data, arrivava l'omino della sip, prendeva in carico il vecchio elenco e le pagine gialle e ti consegnava le nuove che finivano sullo stesso scaffale, sempre a portata di mano. Spesso, da bambino, cercavo il numero di telefono della mia famiglia, mi dava un senso di sicurezza, un senso di presenza trovare noi stessi sull'elenco. E poi c'era lo stupore di scoprire che Milano e Roma, le due citta' più grandi, avevano addirittura un elenco doppio, un tomo dalla A alla L e un altro dalla M alla Z, ché i numeri erano davvero troppi.
E l'avatielenco? Una finestra sul mondo con quel planisfero con i fusi orari e i prefissi internazionali di tutti i paesi, numeri vietatissimi perche' costosi, ma ammantati di fascino e mistero: chi ti avrebbe mai risposto in Sudafrica? Che lingua sconosciuta avresti sentito telefonando in India? E quel prefisso per chiamare l'America, 001, che ti dava il senso di un primato.
In questi giorni è venuto l'omino dell'elenco, non ha portato via il vecchio perchè non lo aveva quasi nessuno nel palazzo, i nuovi elenchi li ha lasciati fuori dalle porte di casa. E poche ore dopo sono finiti così.
Ogni anno, ad una certa data, arrivava l'omino della sip, prendeva in carico il vecchio elenco e le pagine gialle e ti consegnava le nuove che finivano sullo stesso scaffale, sempre a portata di mano. Spesso, da bambino, cercavo il numero di telefono della mia famiglia, mi dava un senso di sicurezza, un senso di presenza trovare noi stessi sull'elenco. E poi c'era lo stupore di scoprire che Milano e Roma, le due citta' più grandi, avevano addirittura un elenco doppio, un tomo dalla A alla L e un altro dalla M alla Z, ché i numeri erano davvero troppi.
E l'avatielenco? Una finestra sul mondo con quel planisfero con i fusi orari e i prefissi internazionali di tutti i paesi, numeri vietatissimi perche' costosi, ma ammantati di fascino e mistero: chi ti avrebbe mai risposto in Sudafrica? Che lingua sconosciuta avresti sentito telefonando in India? E quel prefisso per chiamare l'America, 001, che ti dava il senso di un primato.
In questi giorni è venuto l'omino dell'elenco, non ha portato via il vecchio perchè non lo aveva quasi nessuno nel palazzo, i nuovi elenchi li ha lasciati fuori dalle porte di casa. E poche ore dopo sono finiti così.
Saturday, November 12, 2011
Lo spot dell'autodidatta
E vi assicuro che questo edicolante napoletano di Piazza del Gesù non ha mai frequentato un master in marketing e comunicazione.
Monday, October 31, 2011
Nebbia fitta per Halloween
Frank Darabont |
Negli anni 2000 l'horror ha virato però sul gore, un genere che ha al centro la tortura mostrata con morbosa e verosimilissima lentezza. E allora non m'è piaciuto più tanto. Ma di bei film horror ne sono stati prodotti ancora. Ora, per Halloween, Keith Simanton, il direttore di Imdb, ci propone i dieci film horror sottovalutati degli ultimi anni che non virano nel gore e che vale la pena riprendere.
Se non avete il tempo di vederli tutti, mi permetto di consigliarvene due: The Mist, in cui quel bel tipo di Frank Darabont si perette di cambiare il finale del racconto originale di Stephen King e quest'ultimo che fa? Dice che è meglio quello di Darabont. E poi c'è The Descent, claustrofobico proprio al punto giusto.
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