Sunday, July 31, 2011
Con Tempesti 'un c'è problema
Si meritava un primo piano ad ogni parata e scandiva sempre quelle parole dette in toscano, con la "n" iniziale che sparisce in Arno: 'un c'è problema. Poi lasciava che il suo labiale si leggese in mondovisione, chè erano parole di speranza e non cassanate da coprirsi la bocca davanti alle telecamere.
E infatti Stefano Tempesti non ne ha avuti di problemi nella piscina di Shangai, mentre se ne stava lì a dire no a ogni tentativo dei serbi, che si dannavano l'anima in quegli otto, interminabili minuti iniziali senza segnare.
L'Italia della pallanuoto ha vinto in quegli otto minuti la medaglia d'oro mondiale. Perchè nel lasso di tempo dalla botta iniziale di Valentino Gallo al pareggio serbo, gli azzurri hanno avuto la chiara visione delle difficoltà dei campioni in carica, che due anni fa a Roma celebravano l'oro mentre gli azzurri finivano umiliati e undicesimi.
Non c'era problema, Tempesti lo sapeva, anche mentre l'Italia si faceva rimontare da 5-3 e dal 6-4.
Non c'era problema anche mentre gli arbitri davano tre rigori ai serbi, che tanto Stefano ne avrebbe parati due.
Non c'era problema neanche di fronte al re Udovicic, il Messi della pallanuoto, che stanco di predicare nel deserto cercava di fare tutto da solo, inventandosi un doppio dribbling in acqua, infilandosi a tre metri dalla porta tra due azzurri, lì dove tra muscoli e schizzi neanche un pesce rosso sarebbe passato.
Non c'era problema perchè nella pallanuoto, lo sport che forse più di tutti unisce fatica e tecnica, l'Italia aveva più benzina nelle gambe ai supplementari.
E' arrivato così l'oro mondiale, in uno sport che se avesse il marketing del rugby ci farebbe impazzire tutto l'anno, ma che ci piace pure così, per pochi intimi pronti a diventare gioia collettiva quando si fanno le imprese. Come in quel lunghissimo sabato pomeriggio di Shangai.
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