Nel 1967 Fidel Castro annunciò la nazionalizzazione di tutte le piccole imprese private cubane, comprese quelle artigianali. Da allora, ad esempio, i barbieri cubani sono impiegati statali. Curiosamente proprio in quell'anno l'Europa e gli Stati Uniti vennero invasi dai capelloni che in Italia fondarono addirittura una "Barboonia City" a Milano, poi chiusa dalla polizia e celebrata pure da Guido Crepax. In più la rivoluzione cubana di Castro che depose il presidente Batista fu detta dei "barbudos", perchè i guerriglieri castristi erano sprovvisti di lamette e decisero quindi di farsi crescere una lunga barba, divenuta poi uno dei simboli del castrismo.
Oggi, proprio a partire dai barbieri, Cuba ha mosso il primo passo verso una nuova liberalizzazione economica che, come testimonia ad esempio la Cina, non comporterà necessariamente cambiamenti anche politici. Raul Castro ha infatti deciso che i barbieri dell'isola potranno fare richiesta per affittare il locale dove lavorano e mettersi in proprio, intascando direttamente il prezzo delle prestazioni e pagando le tasse. Un piccolo, storico, passo che a Cuba, ancora una volta, corre sul filo di un capello.
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