La versione del regista russo, che interpreta anche uno dei giurati, è un capolavoro assoluto per come tratteggia i personaggi e per come sposta in maniera inesorabile e mai banale l'obiettivo dal processo in se' all'esame di coscienza di una generazione di russi post-comunisti alla disperata quanto impossibile ricerca di un compromesso con se stessa, con i propri ideali e la propria realtà.
Curiosamente "12", come La parola ai giurati (il titolo originale era "12 angry men"), sono stati candidati all'Oscar senza vincerlo: l'opera di Lumet nella categoria Miglior film venne sconfitto dal "Ponte sul fiume Kwai", mentre quello di Mikalkov perse la statuetta come miglior film straniero a favore dell'austriaco "Il Falsario".
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