Thursday, February 25, 2010

Quest'anno sponsorizzo Nina Zilli

Lo scorso anno avevo sponsorizzato Simona Molinari, che qualche mese fa ci ha anche regalato un video e una canzone molto toccanti su L'Aquila, la sua città.
Quest'anno, dopo Sanremo, punto su Nina Zilli, che nel nome d'arte rende omaggio a Nina Simone e ha vinto il premio della critica tra i giovani con il suo "L'uomo che amava le donne". Sonorità avvolgenti, look vintage e voce splendida per una canzone che cita nel titolo un bellissimo film di Truffaut del 1977, da recuperare se ve lo siete perso.
La canzone sanremese la ascoltate qui.

Monday, February 22, 2010

Paradossi spazio-temporali


Stasera su Sky danno "Proposta indecente".

Ma quando è uscito il film, Ashton Kutcher era già nato?

La reazione di Mou


Immediata reazione di José Mourinho alla squalifica di tre giornate inflitte dal giudice sportivo. Truppe portoghesi hanno circondato l'ambasciata italiana a Lisbona.

Il marketing di Will e Grace

Ieri guardavo un documentario sugli "Orsi" che, ho scoperto, in gergo gay indicano gli omosessuali grassoni, irsuti e poco curati. Quelli, cioé, che si allontanano dallo stereotipo dell'omosessuale con il fisico curatissimo, sempre alla ricerca di creme antirughe e amante del fitness in palestra: già, perchè è questo lo stereotipo di omosessuale imposto dai mezzi i comunicazione un tipo alla Rupert Everett, per intenderci. Ma come si è arrivati a questo stereotipo? E qui mi è venuto in mente Will e Grace, che stato il primo telefilm di grande in cui il protagonista era omosessuale. La serie è andata in onda negli Usa per otto stagioni dal 1998 al 2006 ed è rimbalzata in tutto il mondo, vincendo pure 27 Golden Globes.
Il protagonista, Will, viveva con una coinquilina etero, Grace, e le loro vicende si intrecciavano a quelle di Karen, una opulenta e sexy milionaria di Manhattan, e Jack, un omosessuale che ricordava l'Albin de "Il Vizietto". Proprio Jack passa le otto stagioni a cazziare Will (che è senza ombra di dubbio fighissimo) perchè cura poco il suo corpo, va poco in palestra... insomma come gay è scarsissimo. Ecco, ora mi immagino un ragazzo omosessuale che guardava quel telefilm: la sua vita da quel momento sarà diventata un inferno, si sarà sentito inadeguato come mai prima, si sarà subitoiscritto in palestra e sarà diventato dipendente da diete, creme per la pelle e dopobarba idratanti. Insomma, a pensarci un attimo quel telefilm ha sicuramente raggiunto il vero scopo per cui era stato scritto, far sentire inadeguati i gay e trasformarli in macchine spenderecce a vita. La reazione di mia moglie a questo ragionamento? "Bene, era ora! Mica solo noi donne dobbiamo essere sottoposte alla visione delle foto di Misha Barton che ci costringe a torturarci per tutta la vita!". Non posso proprio darle torto.

Monday, February 15, 2010

Universi Paralleli

Venuto a conoscenza del varo della rivista "Life in Naples" me ne vado su google in cerca di notizie sul nuovo mensile partenopeo, la cui madrina è Marisa Laurito. E trovo il sito web lifeinnaples.net: sarà questo, penso. Mi si apre una elegante rivista sfogliabile online, in cui si magnifica il nuovo resort con campo da golf dai 18 buche, il waterfront appena rimesso a lucido e pronto ad accogliere frote di turisti. Un universo parallelo?
No. Tutto ciò accade a Naples, in Florida, dove il sindaco si chiama Bill Barnett ed è un distinto signore che avrà l'eta della nostra Iervolino, ma non è costretto a inseguire la maggioranza in Consiglio comunale o cercare di mediare nella guerra interna del suo partito verso le elezioni regionali. Anche a Naples si vota, per riempire i posti rimasti vacanti di tre consiglieri comunali, ma Barnett, nel suo pezzo "State of the city" (un po' pretenzioso a dire il vero) non prende posizione, dispensa solo qualche consiglio ai cinque candidati in lizza, ricordando loro quanto è dispendioso buttarsi in campagna elettorale.
Poi Barnett non manca di fare un po' di pubblicità ai suoi amici proprietari di un McDonald in città da cui lui aveva lavorato come cuoco nel 1973. Il resto della rivista è per gli spettacoli di balletto, tonnellate di pubblicità di campi da golf e un editoriale in cui il direttore dice ai cittadini di Naples: "so che durante la stagione turistica troverete più file per fare la spesa e più traffico, ma dobbiamo essere accoglienti". Sto perfidamente pensando che potrebbe spuntare un grosso squalo bianco all'orizzonte.

Friday, February 12, 2010

Nuova tecnica anti-incontri

Capita, andando in giro per la città, di incontrare qualcuno che si conosce, che magari non vedi da tempo e a cui, ti rendi immediatamente conto, non hai assolutamente niente da dire. Ma educazione vuole che tu ti fermi, lo saluti e scambi con lui una breve e banalissima conversazione, magari con la consapevolezza che stai perdendo la metropolitana ma che, no, non puoi mica salutarlo fugacemente senza neanche fermarti un secondo. Mi è successo oggi con un mio vecchio professore di liceo che ricordavi con nessun affetto: l'ho visto da lontano, anche lui mi ha visto e ho cominciato ad avvicinarmi a lui preparandomi al solito, noiosissimo scambio di battute. Poi, d'un tratto, un lampo di genio. Il prof ha rallentato un attimo, ha infilato la mano in tasca tirando fuori il cellulare ed ha cominciato una finta conversazione. Risultato? Quando ci siamo incrociati lui era impegnato. Io ho colto subito l'occasione, gli ho sfoderato un gran sorriso e senza parlare, per non interferire con la sua telefonata, ho fatto ciao ciao con la mano. A lui è bastato ricambiare e indicare il cellulare. Tutto perfettamente finto, tanto che sembravamo due inglesi. Tutto perfettamente funzionale alla nostra voglia di chiacchierare. Dieci secondi dopo non ho resistito alla voglia di voltarmi: lui era di schiena e aveva appena riposto il telefono in tasca. Ora, ovviamente, sto perfidamente attendendo il nostro prossimo incontro: mi fermerò davanti a lui per godermi fino in fondo l'imbarazzo della finta telefonata.

Wednesday, February 10, 2010

Il ponte delle ideologie

Questo è il ponte borbonico sul fiume Garigliano che segna storicamente il confine tra Lazio e Campania. Venne realizzato tra il 1828 e il 1832 e fu il primo ponte sospeso d'Italia, il secondo d'Europa. Se ci mettessimo a passeggiare sul ponte in compagnia di Claudio Velardi, ex "guru" elettorale di D'Alema ed esperto di comunicazione politica, assisteremmo a una strana metamorfosi. Sul lato della provincia di Latina del ponte Velardi vi magnificherebbe il vento del cambiamento che la Polverini può portare alla regione Lazio, sottolineando la sua vicinanza alla società civile e ai lavoratori grazie al lavoro da sindacalista svolto negli ultimi anni. Ma appena passato il confine che segna l'inizio della provincia di Caserta, il suddetto Velardi cambierà improvvisamente discorso, illustrando la discontinuità della candidatura di De Luca dalle precedenti amministrazioni del centrosinistra ed il rigore con cui il sindaco di Salerno ha governato la sua città. Un'esperienza.

Tuesday, February 09, 2010

Indovinate chi paga il "buco" di Roma 2009?

Il corsera Roma scrive e Dagospia riporta di come il buco di bilancio dei Mondiali di nuoto di Roma 2009 sia arrivato a 8 milioni di euro. E di come quei soldi li dovremo pagare noi visto che il buco sarà coperto dallo stato grazie all'inserimento nel decreto milleproroghe. Magari per i prossimi mondiali di nuoto in Italia sarebbe meglio afittare un bel capannone e farli sulla Wii.

Friday, February 05, 2010

Grazie Blob

Può sembrare scontato, ma ogni tanto è bene ringraziarlo. Già perchè guardandomi una puntata a caso di Blob sul sito della Rai ho avuto l'impagabile opportunità di godermi, tra le altre cose:
1) Bertolaso che dice alla Annunziata che l'intervento di 15.000 soldati americani ad Haiti è inutile e non coordinato e che, del resto, già con Katrina gli americani avevano dimostrato quanto siano imbecilli. (che sapevo di tutte le polemiche ma non avevo mica visto l'intervista originale)
2) Barbara D'urso che ferma il suo programma, in cui alcune persone sedute su degli sgabelli parlavano di non so cosa, per dare la linea a un inviato di Mediaset in Abruzzo dove Berlusconi ha appena nominato dal palco Bertolaso ministro di non so che cosa.
3) Valeria Marini con lo stesso vestito rosso che porta da dieci anni, che canta besame mucho mentre un ballerino con il pizzetto e i capelli lungi, vestito di volant azzurri le danza intorno e quasi le pesta i piedi.
4) Il principe Emanuele Filiberto di Savoia che si agita a Ballando con le Stelle che se lo guardi bene sembra uscito da Dancin' Days.
5) Una tipa con i capelli ricci che polemizza con una giornalista col caschetto nero su un articolo in cui, credo di aver capito, si diceva che lei va in giro senza mutande e apre apposta le cosce quando arrivano i fotografi. La tipa coi ricci era molto rizelata perchè non aveva smentito all'epoca la giornalista per far spegnere l'eco della notizia, ma la giornalista le rispondeva che invece avrebbe dovuto querelarla se pensava che l'articolo mentisse così avrebbe detto chiaro al mondo, una volta per tutte, che le mutandine le porta.
6) Una valletta coi capelli castani lunghi che chiede a una concorrente cosa significa in italiano la parola romanesca pedalini. La concorrente occhialuta risponde "calzini" e la conduttrice esulta urlando "corretto, calzini!", come se avesse trovato il vaccino per l'Aids.
Tutto questo in soli sei minuti. Ma che bello.

Wednesday, February 03, 2010

La marmotta preoccupa Michelle

Punxsutawney Phil, la marmotta della cittadina della Pennsylvania resa famosa da Ricomincio da capo, ha messo il muso fuori dalla tana, tornando subito dentro e annunciando così altre sei settimane d'inverno. Il National Geographic ci toglie ogni illusione, spiegando che la bestiola ha semplicemente visto la sua ombra e per questo si è rinatanata, se non l'avesse notata sarebbe rimasta fuori preannunciando una primavera in anticipo.
Ma è più interessante concentrarci sulla Bbc che ricorda come la marmotta si comportò allo stesso modo nel 1993, al termine del primo anno di presidenza del penultimo democratico alla Casa Bianca, quel Bill Clinton che, allora 47enne, aveva avuto più di una difficoltà a mettere in pratica il suo programma. Il collegamento con il 48enne Obama è presto fatto visti i problemi con la riforma della sanità e con l'aumento dell'impegno militare in Afghanistan. A Bill, poi, le cose andarono bene e venne pure rieletto. Sapendo come è andata a finire io fossi in Michelle mi preoccuperei...