Friday, October 22, 2010

Hey Billy, tesoro, che sono questi numeretti?

Che poi nei film ce li hanno sempre fatti vedere in una valigetta legata con le manette a un tipo vestito di nero, con l'auricolare che gli spunta dall'orecchio. Uno di quelli che parla con il proprio orologio e dice frasi del tipo ''il viaggiatore si sta muovendo'' e tutti sanno che il presidente è entrato in auto.
E ora spunta fuori che durante la presidenza Clinton il ''man in black'' addetto a portare i codici segreti che servono al presidente Usa per autorizzare il lancio dei missili nucleari se li era persi. Ma mica per un paio d'ore, che magari in Russia era notte e non servivano. No, per diverse settimane. Il tipo aveva perfino mentito quando un funzionario glieli aveva chiesti per controllarli: ''Ce li ha Clinton - aveva detto - ma ora è impegnato, ripassi dopo''.
E la targhetta magari era finita sotto un cuscino della stanza ovale, con Monica che se ne uscì dicendo: ''Hey Billy-tesoro, ma che sono questi numerini?''. ''Che ne so baby, qui è un casino, giocateli al superenalotto''.

Saturday, October 02, 2010

Ce le avete presenti le vele di Scampia?

Se avete visto Gomorra ce le avete presenti: sono quelle colate di cemento di forma vagamente piramidale che dovevano rappresentare la nuova frontiera dell'edilizia popolare nella mente di tale architetto Franz Di Salvo, palermitano, che, ricorda oggi Il Mattino, nel suo progetto iniziale "prevedeva la realizzazione di grandi unità abitative dove centinaia di famiglie avrebbero potuto integrarsi e creare una nuova comunità, gettando le basi per un riscatto sociale".
Il sogno di Di Salvo si è realizzato: gli spacciatori hanno creato una grande comunità e, come accade in tutte le comunità, hanno emarginato chi non riesce a integrarsi, e cioé le famiglie che non si guadagnano il pane con l'eroina. Per loro la vita è da reclusi, chi non può trasferirsi striscia silenzioso per le scale, ignorando il supermarket della coca.
Qualche anno fa il Comune di Napoli, in un lampo di lucidità, decise di abbatterle, per rifare il quartiere, ammettendo gli errori del passato. Ne sono cadute due, altre cinque sono ancora là ed ora rischiano di restarci: il soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Napoli, Stefano Gizzi, ha infatti fatto partire le pratiche perchè diventino edifici vincolati, definendoli "di interesse culturale, soprattutto in relazione a quanto previsto dal codice dei Beni culturali in riferimento ai valori della storia, della cultura, della civiltà e della vita sociale".
Ora, dico io, nella mia ignoranza architettonica, s'intende, va bene il genio di Di Salvo, passi per i riferimenti a Kenzo Tange e Le Corbousier. Ma... cultura, civiltà e vita sociale?